L'incontro tra Franco Marescotti (1908-1991) e Irenio Diotallevi (1906-1954) avviene a Roma, agli inizi degli anni Trenta. Qui nascono, e si traducono in disegni, le prime riflessioni sulla "casa dell'uomo". Ma è a Milano che la relazione tra i due si struttura professionalmente. A Milano nel 1935 Diotallevi consegue la laurea in Architettura al Politecnico (nel 1932 a Roma si era laureato in Ingegneria). A Milano avverrà l'incontro, determinante per entrambi, con Giuseppe Pagano (1896-1945) e con la rivista "Casabella". Nel 1936 anche Marescotti si trasferirà nel capoluogo lombardo, lasciandosi alle spalle certe pastoie dell'ambiente romano che sentiva particolarmente strette. "Giunto a Milano nel 1936 — scrive Maristella Casciato — Marescotti ha in un certo senso impostata la direzione di marcia; direzione sicuramente progressista, lontana dal novecentismo di maniera, dall'accademismo e dalla monumentalità degli studi in cui aveva svolto il suo apprendistato giovanile. Marescotti forma in questo rapporto quell'etica del lavoro professionale che continua poi a guidarlo, anche quando si sarà concluso il ciclo della rivista e il destino del suo direttore". M. Casciato, Franco Marescotti: i sogni nel cassetto e la pratica progettuale, in G. Ciucci, M. Casciato, Franco Marescotti e la casa civile 1934-1956, Officina edizioni, Roma, 1980, p. 21.
"La collaborazione di Marescotti a "Casabella" inizia nel dicembre 1936 e consiste in un apporto prevalentemente tecnico, con articoli sui materiali costruttivi, sui problemi acustici, sull'orientamento degli edifici, sugli impianti. La rivista, attraverso una informazione tecnica sempre più precisa e dettagliata, tende a divenire una sorta di manuale in cui nella presentazione dei progetti acquistano importanza sia i particolari costruttivi che le note tecniche". G. Ciucci, Dalla casa dell'uomo alla casa popolare, in G. Ciucci, M. Casciato, Franco Marescotti e la casa civile 1934-1956, Officina edizioni, Roma, 1980, p. 17.
Accompagnato da uno scritto di Pagano, il primo progetto di Diotallevi e Marescotti ad apparire nel marzo 1937 sulle pagine del numero 111 della rivista è quello per un gruppo di abitazioni a ville sovrapposte. Ne seguiranno molti altri, tanti con il commento di Pagano, molti con scritti degli stessi Diotallevi e Marescotti.
Attraverso "Casabella", dal 1938 "Casabella-Costruzioni" e quindi, dal gennaio 1940, "Costruzioni-Casabella", si svolge il rapporto tra Pagano, Diotallevi e Marescotti, tutti protagonisti di quella stagione culturale, della radicale trasformazione della rivista e del pensiero architettonico.
Dal dettaglio, all'unità abitativa, alla città: nelle pagine del numero 148 dell'aprile 1940, su "Casabella" compare il progetto di Pagano, Diotallevi e Marescotti per la "città orizzontale", ipoteticamente inserito in una zona nei pressi di corso Garibaldi a Milano. Scrive ancora Ciucci: "se da un lato si affronta il tema della città attraverso l'organizzazione delle unità-tipo, dall'altro le indicazioni sui materiali da usare per la costruzione dell'unità-tipo - il linoleum per i pavimenti e i rivestimenti, la faesite per l'arredamento e ancora per pavimenti, rivestimenti e soffittature, i solai semiprefabbricati, dei particolari mattoni di rivestimento con funzione isolante o portante - riprendono gli argomenti che Marescotti aveva introdotto sin dall'inizio della sua collaborazione con la rivista". Questo progetto nasce da una attenta analisi della condizione abitativa a quel tempo a Milano, così come da analoghe riflessioni si svilupperà Origine e destino dell'abitazione popolare (1941). I riferimenti sono insisti nel dibattito sulla città nuova che attraversava l'Europa negli anni a cavaliere tra i decenni Trenta e Quaranta del Novecento. In particolare, chiaramente derivato dalla cultura tedesca, emerge qui il concetto di "ampliabilità", in cui l'unità-tipo diviene il nucleo generatore dell'intero tessuto urbano.
Quali premesse alla stesura de Il problema sociale costruttivo ed economico dell'abitazione (1948-1950) vanno ricordati anche gli articoli che Diotallevi e Marescotti scrissero sempre per "Casabella" tra il 1941 e il 1942: La casa popolare non è un problema minore (n. 162/1941); Aspetti e problemi della casa popolare (nn. 162, 163, 164/1941); Case popolari ed alloggi singoli (n. 169/1942); A proposito di quartieri misti (n. 180/1942).
Degli anni a "Casabella" scrive ancora Maristella Casciato: "Marescotti si trova a poter osservare dapprima e raccogliere poi, da una tribuna privilegiata, le più diverse documentazioni progettuali e può comprendere appieno il ruolo che l'informazione e la pubblicità giocano nella direzione delle scelte culturali. La sua stessa attività progettuale viene a coincidere con la collaborazione a "Casabella"; i suoi disegni sono sin dall'inizio pensati per la pubblicazione. Tutti i disegni di quel periodo conservano così l'impronta della rivista; l'esposizione del progetto avviene attraverso i differenti modi della rappresentazione ed i segni si trasformano in modi del linguaggio; appaiono i primi spaccati prospettici, attraverso cui rileggere insieme pianta e sezione e dare al lettore una immagine precisa dello spazio costruito. Verso questa identificazione fra disegno per la progettazione e disegno per la pubblicazione, Marescotti è sicuramente spinto dalla sua naturale abilità grafica; il disegno è il progetto e la sua qualità è arricchita dal poter essere divulgabile, documentabile". M. Casciato, Franco Marescotti: i sogni nel cassetto e la pratica progettuale, in G. Ciucci, M. Casciato, Franco Marescotti e la casa civile 1934-1956, Officina edizioni, Roma, 1980, p. 21.
La guerra imprimerà, è noto, un esito drammatico a questa storia: la pubblicazione della rivista "Casabella" verrà forzatamente interrotta nel dicembre del 1943 per decisione del Ministero della Cultura Popolare. Nello stesso anno Pagano aderirà alla Resistenza. Arrestato e deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, verrà qui ucciso nell'aprile 1945.